La protezione “op is” safe optical radiation e il rischio fotobiologico Come abbiamo già avuto modo di constatare in precedenti...
Come abbiamo già avuto modo di constatare in precedenti trattazioni, il LED (Light Emitter Diode) ha di fatto rivoluzionato il modo di concepire e produrre i corpi illuminanti destinati ad essere installati in ambienti con con pericolo di esplosione per la presenza di gas o polveri, con la conseguente necessità, da parte dei costruttori, di rinnovare completamente la gamma costruttiva.
Cortem Group ha iniziato da diversi anni la progettazione di corpi illuminanti a LED e prosegue costantemente nella ricerca di soluzioni sempre più performanti, attenta ai nuovi dettami in termini di sicurezza e nel pieno rispetto delle normative specifiche per ambienti con pericolo di esplosione.
A tal proposito, Cortem ha già ottenuto la certificazione “op is” per alcuni dei suoi prodotti sia in ambito comunitario (ATEX), sia in ambito internazionale (IECEx) e sta costantemente aggiornando la sua intera gamma produttiva, al fine di mettere a disposizione prodotti che siamo pienamente rispondenti, oltre alle norme costruttive quali IEC/EN 60079-0, IEC/EN 60079-1, IEC/EN 60079-7, IEC/EN 60079-18, IEC/EN 60079-31, anche alle specifiche caratteristiche del modo di protezione “op is”, in accordo con la norma IEC/EN 60079-28.
La norma relativa al modo di protezione “op is”, descrive i requisiti necessari atti ad impedire che radiazioni ottiche visibili o infrarosse possano essere la causa di innesco dell’esplosione in atmosfere con pericolo di esplosione. Questo tipo di protezione comprende l'intero sistema ottico del corpo illuminante che, al fine di garantire la non produzione di energia sufficiente per accendere un'atmosfera esplosiva specifica, in condizioni di guasto normali o specifiche, diventa basilare per un corretto allineamento e rispondenza alle cogenti normative in materia.
Nel 2006 la IEC adotta le linee guida della CIE S009/E-2002 e pubblica assieme alla CIE la IEC 62471:2006 “Sicurezza fotobiologica delle lampade”. Nel 2008 esce la versione europea, EN 62471:2008. La norma fornisce le linee guida per la valutazione e il controllo dei rischi fotobiologici derivanti da tutte le lampade e le apparecchiature di illuminazione alimentati elettricamente, compresi i LED, nella gamma di lunghezze d’onda da 200 nm a 3000 nm.
La normativa, IEC/EN 62471, concernente il rischio fotobiologico, definisce che la radiazione luminosa può causare danni alla pelle ed agli occhi. Non solo la luce dei LED, ma qualsiasi fonte luminosa può causare danni. La normativa obbliga il produttore ad eseguire dei test di laboratorio e apporre sul corpo illuminante, se tale radiazione è presente, la relativa classe di rischio, in funzione dei limiti di emissione da non superare, in base ai test definiti nella norma.
Con presenza di radiazioni ottiche
Con assenza di rischio fotobiologico
Il danno potenziale della radiazione luminosa varia con la lunghezza d’onda e con la dose ricevuta. La dose è data dalla potenza per il tempo di esposizione. Una radiazione intensa necessita di meno tempo per causare danni di una di minore intensità. A esempio se è possibile essere scottati dal sole con una esposizione di 1 ora nel mese di agosto, serviranno 8 ore in una giornata di maggio.
Analizzando quanto il mercato dei LED ci mette a disposizione e confrontando la qualità produttiva di ogni costruttore di LED, abbiamo scelto prodotti che ci potessero dare le opportune garanzie funzionali circa la bassissima “mortalità infantile” del LED e, quindi, abbiamo proseguito con l'ingegnerizzazione di nuove armature dimensionate in funzione dei parametri applicativi garantiti dagli stessi produttori dei LED. Questi parametri devono essere confacenti alla corretta dissipazione della temperatura per un adeguato e duraturo impiego nei termini di garanzia al cliente.
Basti pensare che l’utilizzo di adeguate armature illuminanti a LED consente di ottenere numerosi vantaggi. Infatti una lampada a scarica da 400 W può essere sostituita con una lampada a LED di potenza pari a 160 W, con un risparmio energetico di circa il 60%. Inoltre, le attuali armature a LED Cortem, oltre a non essere molto più costose delle armature a scarica, vengono abbondantemente ammortizzate nel tempo grazie ai minori costi di gestione/manutenzione, considerando che la frequenza di manutenzione diminuisce di 1/7 rispetto all’attività necessaria per il ripristino di un’armatura a scarica. È inoltre risaputo che una lampada a scarica ha una vita media che va da 3.000 a 10.000 ore e poi cessa di funzionare, mentre una lampada a LED ha una vita media di 50.000-100.000 ore e non cessa di funzionare, ma perde solo efficienza luminosa, garantendo quindi sempre un illuminamento, anche se con flusso luminoso inferiore.
L’utilizzo dei LED nella nuova gamma di prodotti Cortem ci ha permesso di ottenere proiettori con classi di temperatura T6, T5 o T4, a seconda del tipo di corpo illuminante, molto più basse rispetto alle classi di temperatura dei modelli a scarica che hanno classi T2 o T3. Essi possono essere, quindi, installati in aree pericolose in cui, sino a oggi, era impensabile poter installare un proiettore con lampada a scarica.
Uno dei problemi maggiormente riscontrati, al fine di garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro, è quello di assicurare un adeguato livello d’illuminazione degli impianti. In particolar modo, negli impianti elettrici installati in luoghi con pericolo di esplosione.
Le caratteristiche delle apparecchiature illuminanti sono studiate con sempre maggior attenzione per ottenere un buon illuminamento e la riduzione delle condizioni di rischio. Circa l’80% di tutte le nostre impressioni sensoriali sono di natura ottica e hanno bisogno della luce come veicolo d’informazione. Una buona illuminazione, pertanto, non solo facilita la visione e il riconoscimento, ma fa diminuire notevolmente il pericolo d’incidenti.
Le apparecchiature che sono installate in zone classificate, pertanto, devono garantire, oltre alla protezione antideflagrante, anche il corretto flusso luminoso, necessario all’esecuzione di tutte le operazioni lavorative in condizioni di massima sicurezza e devono presentare altre caratteristiche, come l’insensibilità alle vibrazioni, la riaccensione istantanea al ritorno della tensione e la ridotta necessità di manutenzione per limitare al massimo i rischi connessi alla funzionalità delle apparecchiature.
2.1 Lo spettro luminoso
Lo spettro luminoso dei LED bianchi di ultima generazione, come quelli utilizzati per la realizzazione della nostra gamma di corpi illuminanti a LED, è quanto di più vicino a quello del sole.
Nei diagrammi qui sotto riportati, si possono apprezzare le differenze tra lo spettro della luce solare e quello di altre fonti d’illuminazione, come le lampade fluorescenti, le lampade a scarica e i LED bianchi.
Nei nostri corpi illuminanti di nuova generazione sono stati scelti soltanto LED di produzione Cree, Philips, Seoul e Citizen aventi caratteristiche di massima efficienza, allo scopo di ottenere la migliore qualità della luce e la massima efficienza lm/W (rapporto lumen/Watt).
Tutte le armature presentano un “Ra” (indice di Resa Cromatica) (dall’inglese CRI, Color render index) > 70 e uno standard luce di colore bianco a 5.700°K. (per esigenze particolari, può essere richiesto una diversa temperatura colore).
2.2. La rilevazione termografica
Come abbiamo detto più volte, le apparecchiature a LED devono essere progettate e costruite appositamente. La costruzione di corpi in lega di alluminio, studiati con elementi di dissipazione del calore, è la chiave di volta per ottenere un sistema efficiente e di lunga durata. L’alloggiamento dell’alimentatore deve essere correttamente calcolato in termini volumetrici, per permettere una più facile dissipazione del calore.
RILEVAZIONE TERMOGRAFICA (riferimento a corpo illuminante tipo EWL)
Dopo un periodo transitorio iniziale la lampada raggiunge la stabilità termica. In questa immagine si può apprezzare la rilevazione termografica.
Con una temperatura ambientale di 28°C (testimoniata dal colore blu di sfondo) la lampada a Led sfiora nel punto più caldo i 56°C.
Queste prestazioni termiche sono la prova tangibile dell’alta efficienza della sorgente luminosa a LED. Degna di nota anche la distribuzione di temperatura sulle alette frutto di un raffinato Thermal Management.
Il corpo alettato, realizzato in lega di alluminio, funge da dissipatore termico per la piastra a LED montata direttamente all’interno, sul corpo stesso dell’armatura permettendo così di dissipare più velocemente ed efficacemente il riscaldamento generato dal funzionamento dei LED stessi. La progettazione del corpo lampada, oltre ad essere funzionale alla durata del sistema, ha permesso di ottenere delle apparecchiature con un’efficienza luminosa elevatissima in rapporto alla temperatura massima superficiale, fattore importantissimo per l’installazione delle armature illuminanti in luoghi di pericolo, contenenti gas o polveri a bassa temperatura d’innesco.
La sicurezza è fondamentale per i luoghi di lavoro e, quando si opera in luoghi con atmosfera potenzialmente esplosiva, i rischi sono molto elevati. Qualunque sistema, pertanto, che permetta di ridurre il livello di rischio è sempre bene accettato. Se questo poi si accompagna anche a un risparmio in termini economici ed energetici, allora il vantaggio è totale.
Riassumiamo qui, per concludere, i vantaggi principali che presenta la gamma dei prodotti a LED di Cortem Group:
Per maggiori informazioni sulla gamma LED di Cortem Group, visitare la pagina https://www.cortemgroup.com/it/products/LED%20Lighting%20Fixtures