Si parla molto spesso in modo generico di Direttive ATEX, ma da come anche molti tecnici ne parlano, si comprende che l’argomento non è...
Si parla molto spesso in modo generico di Direttive ATEX, ma da come anche molti tecnici ne parlano, si comprende che l’argomento non è sempre completamente chiaro. Vale la pena, pertanto, fare una piccola riflessione su che cosa sono e come devono essere utilizzate le suddette direttive.
Atex è l’acronimo di “Atmosphere Explosive”, atmosfera esplosiva. Chi segue questa newsletter sa perfettamente che cos’è un’atmosfera esplosiva e pertanto qui ne faremo soltanto un accenno.
Un’atmosfera esplosiva è una miscela di sostanze infiammabili che possono essere sotto forma di gas, vapori, nebbie o polveri e che in presenza di ossigeno e di una sorgente d’innesco possono provocare un’esplosione. L’Unione Europea, nel corso degli anni, ha definito ed emesso due direttive in materia di salute e sicurezza denominate ATEX 94/9/CE (anche ATEX 95, precedentemente ATEX 100a) e ATEX 99/92/CE (anche ATEX 137). Non si tratta, come spesso vengono interpretate, di norme tecniche, ma di leggi comunitarie che, una volta acquisite obbligatoriamente dagli Stati membri dell’UE, sono diventate leggi nei singoli Stati e sono la base per definire gli aspetti giuridici della materia.
Le Direttive richiamano al loro interno le Norme tecniche che sono soggette continuamente a modifica per adeguarsi agli sviluppi tecnologici, ma che non possono essere considerate valide finché non sono richiamate e, per così dire, accreditate dalla direttiva. Ogni sei mesi circa l’Unione Europea emette nel suo bollettino la revisione dell’allegato alle direttive nel quale sono richiamate tutte le norme valide.
Troppo spesso si parla di direttiva Atex, quando, invece si dovrebbe parlarne al plurale perché, come abbiamo visto nel paragrafo precedente, le direttive sono due. Una Direttiva, la ATEX 94/9/CE, stabilisce i requisiti essenziali di sicurezza e i sistemi di protezione destinati a essere utilizzati in zone con la presenza di atmosfera potenzialmente esplosiva. La seconda Direttiva, la ATEX 99/92/CE, definisce i requisiti minimi in termini di salute e sicurezza dei luoghi di lavoro, nei quali può esserci presenza di atmosfera esplosiva. In buona sostanza, la prima è una direttiva che interessa la costruzione e l’uso delle apparecchiature, mentre la seconda riguarda principalmente la classificazione del pericolo e la messa in atto di misure per prevenire un’esplosione o per limitarne al massimo i danni.
Vediamo ora in estrema sintesi le caratteristiche delle due Direttive che vedremo di approfondire nei prossimi numeri della Newsletter.
ATEX 94/9/CE
Questa direttiva si applica a tutti prodotti elettrici e meccanici, destinati a essere utilizzati in luoghi con pericolo di esplosione e definisce dei Requisiti Essenziali di Sicurezza (ESR) che tali prodotti devono rispettare per essere utilizzati. In particolare, la direttiva definisce le categorie dei prodotti, in modo da identificare immediatamente le zone dove questi possono essere installati e le procedure da seguire per ottenere la conformità. La direttiva si estende anche ai dispositivi di sicurezza, regolazione e controllo che, pur non essendo installati in luoghi pericolosi, sono coinvolti nel sistema generale che garantisce la sicurezza.
Qui di seguito la tabella di Classificazione dei prodotti:
ATEX 99/92/CE
La Direttiva ATEX 99/92/CE definisce le prescrizioni minime per il miglioramento della tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori che possono essere esposti al rischio di atmosfera esplosiva. La valutazione del rischio di esplosione deve essere realizzato da personale con specifiche competenze in materia. La direttiva nei suoi allegati richiama le norme tecniche definite per la classificazione delle aree pericolose per la presenza di gas, vapori, nebbie, oppure di polveri combustibili. Richiama inoltre le norme di riferimento per la corretta progettazione di un impianto installato in luoghi che presentano atmosfera potenzialmente esplosiva, la corretta installazione e le successive attività di verifica e manutenzione.
Nella tabella di seguito, le principali normative richiamate nella Direttiva.