Dopo la newsletter dello scorso mese, abbiamo ricevuto delle richieste riguardanti il modo di protezione Ex p e siamo felici di soddisfare...
Dopo la newsletter dello scorso mese, abbiamo ricevuto delle richieste riguardanti il modo di protezione Ex p e siamo felici di soddisfare le aspettative dei nostri lettori. Il modo di protezione a sovrappressione interna si basa sul concetto di segregazione. Sostanzialmente si impedisce la penetrazione dell'atmosfera esplosiva nelle custodie che contengono apparecchiature scintillanti, attraverso l’insufflazione di aria pulita che crea una sovrappressione, impedendo al gas di venire a contatto con il fattore di innesco.
Attualmente la norma a cui si fa riferimento è la IEC 60079-2 che a livello europeo è normata come EN 60079-2.
La principale caratteristica di questo modo di protezione è che non esiste in teoria alcun vincolo dimensionale alla sua applicazione. In pratica qualsiasi costruzione elettrica, di ogni ordine e grandezza, può essere racchiusa in una custodia di opportune dimensioni, nella quale viene generata per mezzo di sistemi di compressione dell'aria, una pressione superiore a quella esterna alla custodia, per cui viene, di fatto, impedito l'ingresso a qualunque tipo di gas pericoloso.
La custodia può avere le dimensioni di una stanza e le apparecchiature in essa contenute possono essere di qualunque grandezza elettrica. La sovrappressione interna si applica soprattutto ai sistemi di distribuzione di media e bassa tensione, completi di tutte le apparecchiature di controllo e manovra in essi contenute.
In particolare le applicazioni più comuni si rivolgono a:
Da esperienze condotte dalle aziende che producono apparecchiature con questo modo di protezione si può affermare che comunque si possono certificare custodie con volumi fino a 10 m3 che contengano apparecchiature con valori di tensione fino a 24 kV e correnti di 5000 A. La sovrappressione minima ammessa dalle norme dev'essere di 0,5 mbar (50 Pa), e questa può essere mantenuta con un continuo flusso di gas inerte o aria. Sulla base di quest'ultima considerazione possiamo dividere le apparecchiature Ex "p" in tre categorie:
Abbiamo visto sinora le possibili applicazioni e le potenzialità dimensionali delle custodie a sovrappressione interna. La custodia dovrà necessariamente avere determinate caratteristiche costruttive che le permettano di contenere la sovrappressione senza che intervengano deformazioni tali da causare grandi perdite del gas di protezione. Qui è necessario fare una precisazione. I comuni armadi stagni per quadri elettrici, anche se progettati per avere un'alta protezione alla penetrazione di corpi solidi o liquidi, come potrebbe essere una protezione IP55 o IP67, non sono adatti a tale scopo, in quanto pensati per impedire la penetrazione e non, come avviene nel caso di un quadro Ex p, di impedire l'uscita del gas di protezione.
La spinta che provoca il gas compresso, anche se la pressione è di debole entità, è veramente notevole e pertanto è necessario indirizzarsi a costruzioni progettate appositamente allo scopo.
Si pensi soltanto che su una porta di 1 m2, con una pressione interna di soli 10 mbar, agisce una forza di 100 kg. Si comprende quindi che le custodie dovranno essere costruite soltanto da aziende specializzate e non da produttori improvvisati.
Nel caso la sovrappressione dovesse ridursi sotto il limite minimo devono essere previsti dei sistemi automatici per la messa fuori tensione dell'apparecchiatura elettrica e per la segnalazione del guasto in ambienti che sono costantemente presidiati. Per tale motivo solitamente all'interno della custodia Ex p vi è una serie di dispositivi, normalmente contenuti in una custodia Ex d che provvedono alla messa fuori tensione dell'apparecchiatura e dell'innesco degli allarmi. Questo perché, in caso di guasto, le apparecchiature di allarme non diventino esse stesse fonte di innesco dell'esplosione, ma siano autonomamente protette in caso di mancanza del gas di protezione.
Risulta chiaro quindi che una custodia pressurizzata dovrà essere equipaggiata con un sistema di controllo automatico della circolazione del gas di protezione, il quale sarà costituito da dispositivi elettropneumatici che controlleranno la pressione, la portata, il tempo di lavaggio, le sequenze di allarme e quant'altro necessario a garantire il rispetto delle caratteristiche di sicurezza dell'apparecchiatura.
Il modo di protezione a sovrappressione interna viene applicato soprattutto in quegli ambienti e in quelle condizioni in cui, per motivi dimensionali, non sia possibile utilizzare altri modi di protezione. La complessità costruttiva e i costi elevati hanno però relegato questo sistema a comprimario, nel panorama delle installazioni in zone pericolose, ma va tenuto comunque presente che è un sistema estremamente sicuro, se costruito ed utilizzato correttamente, anche se molto critico dal punto di vista del controllo.