Un’esplosione è un processo chimico-fisico molto complesso, che risponde a delle dinamiche che non sempre è facile prevedere...
Un’esplosione è un processo chimico-fisico molto complesso, che risponde a delle dinamiche che non sempre è facile prevedere completamente. Tutti conosciamo la teoria pura: per innescare un’esplosione sono necessari combustibile, comburente e energia di innesco. Non sempre è facile prevedere, però, come questi si combinano e come siano simultaneamente presenti nel corso di un processo di lavorazione. Pertanto, un’azione complessiva di prevenzione che cerchi di tenere in considerazione più fattori critici possibili, è condizione necessaria per abbassare il rischio a livello di accettabilità.
In questo articolo tecnico analizzeremo un incidente realmente accaduto (fonte: documentazione ASL 14 VCO della Regione Piemonte) e trarremo le conclusioni su che cosa poter fare per prevenire un incidente simile.
Il caso riporta di un’esplosione che si è verificata in una azienda di medie dimensioni, nella quale si eseguono la smerigliatura e altre operazioni di finitura superficiale di caffettiere di alluminio. L’esplosione ha interessato l’intero sistema di abbattimento delle polveri di alluminio generatosi all’interno dell’abbattitore.
La causa dell’esplosione, in questo caso, può essere ricondotta ad un aumento repentino di pressione, all’interno del sistema delle polveri generate nel corso del processo produttivo. La rottura del nastro abrasivo, avvenuta all’interno del carter di una smerigliatrice, ha causato il rimescolamento della polvere d’alluminio accumulata e la produzione di scintille che hanno innescato la reazione.
La prima piccola esplosione, pertanto, si è generata direttamente all’interno della macchina, e questo ha causato la produzione di scintille e frammenti incandescenti che sono stati aspirati dall’impianto di abbattimento provocando l’accensione della polvere di alluminio nella parte inferiore del ciclone.
Di per sé, questa esplosione non sarebbe stata tale da creare dei danni e un potenziale pericolo per gli operatori.
Nel documento di valutazione del rischio, infatti, si valutava che, sulla base dei valori di portata di aria aspirata, la quantità di polvere in grado di sostenere una combustione all’interno dei raccordi delle macchine era molto bassa e veniva soddisfatta la condizione di concentrazione molto al disotto del limite inferiore di esplosività.
Ma è stata la seconda deflagrazione, quella secondaria, molto più violenta di quella avvenuta nel ciclone, che, oltre a distruggere completamente il filtro a maniche proiettandone i frammenti a oltre 50 metri di distanza, ha provocato vistosi danni strutturali, per fortuna non alle persone.
Non si era tenuto in considerazione, infatti, che il fronte di fiamma si sarebbe incanalato sia sul condotto di scarico del ciclone, verso il filtro a maniche, sia nei due collettori di aspirazione, provocando la combustione delle polveri presenti nei cassoni delle smerigliatrici più vicine. Inoltre, l’incanalamento verso il filtro, favorito anche dall’aspirazione, ha provocato l’innesco multiplo delle polveri finissime presenti nei numerosi spazi e interstizi esistenti tra le maniche.
E’ stata, quindi, l’esplosione secondaria, causata dall’accumulo di polveri nell’impianto messe in movimento nell’aria dall’esplosione primaria, a creare il vero disastro. E questa possibilità non era stata prevista da nessuno.
Come dicevamo in apertura di questo articolo, in questo genere di attività, la probabilità che avvenga un’esplosione dipende dalla presenza contemporanea di queste tre condizioni:
Dato che le attività lavorative, come quasi sempre avviene, non permettono di operare in atmosfere inerti, vanno sempre prese alcune misure di prevenzione per ridurre al minimo la possibilità che si presentino le due condizioni rimanenti:
Una volta che tutte queste misure sono state prese, in modo da evitare cause “meccaniche” di produzione di fattori potenzialmente scatenanti l’esplosione, vanno adottati principi di prevenzione soprattutto per l’impianto elettrico di alimentazione delle macchine e dell’illuminazione:
Queste regole devono essere definite durante la progettazione dell’impianto di processo e devono essere documentate nel documento di protezione dalle esplosioni. Allo stesso modo, devono essere definite delle procedure di pulizia e di manutenzione in stato di efficienza di tutte le apparecchiature, sia meccaniche che elettriche.
Troppo spesso gli incidenti avvengono soltanto perché, nel corso della progettazione dell’impianto, non si è tenuto conto dei vari fattori che possono, non soltanto causare un’esplosione primaria, ma provocare una reazione a catena secondaria, molto più pericolosa e devastante della prima.