Unità di misura e grandezze illuminotecniche fondamentali per progettare un impianto di illuminazione in zona classificata e non classificata

Quali sono le grandezze illuminotecniche fondamentali con le quali deve confrontarsi il progettista di un impianto di illuminazione?


di Andrea Battauz, R&D Manager di Cortem Group

Premessa

Quali sono le grandezze illuminotecniche fondamentali con le quali deve confrontarsi il progettista di un impianto di illuminazione? 

A seconda del settore di appartenenza le richieste del mercato e della normativa possono essere più o meno stringenti. A ciò aggiungiamo che lo sviluppo tecnico della luce a LED ha ridefinito gli standard delle apparecchiature illuminanti, spingendo sempre di più le performance e la qualità della luce prodotta.

Ciononostante, la prima domanda da farsi quando si imbastisce un qualunque studio illuminotecnico è rimasta la stessa: quanta luce fa l’apparecchiatura illuminante?

Il flusso luminoso

È la quantità di luce emessa da una sorgente luminosa nell’unità di tempo e si misura in lumen abbreviati in [lm]. Dal punto di vista dimensionale è un’unità di misura di potenza anche se il suo legame con il Watt [W] dipende dalla frequenza della luce presa in considerazione. Ogni frequenza di luce corrisponde ad un colore diverso e l’occhio umano percepisce in maniera diversa, più o meno accentuata, i diversi colori. La massima sensibilità la si ha con la frequenza di 555 mm che corrisponde al colore verde. A livello pratico il numero di lumen emessi da una sorgente luminosa ci dice quanta luce produce tale sorgente.

Per dare qualche paramento di riferimento una lampada ad incandescenza da 100W produce 1400 lumen, una fluorescente compatta da 23W produce 1450 lumen.

Le sorgenti luminose a LED di ultima generazione avvicinano i 200 lumen prodotti ogni Watt di potenza elettrica entrante.

L'intensità luminosa

È la quantità di flusso luminoso emesso in una determinata direzione e nell’unità di angolo solido, misurato in steradianti, che la contiene, si misura in candele abbreviate in [cd]. 

Una sorgente luminosa può avere intensità luminosa diversa in funzione della direzione di emissione. Un livello minimo di candele è di solito richiesto nelle normative che riguardano la segnalazione o nell’illuminazione in fasci di luce stretti, come nelle torce o nei proiettori di lunga distanza.

L'illuminamento

È la quantità di flusso luminoso per unità di superficie. Si misura in lux e si abbrevia in [lx].

L’illuminamento serve per valutare l’impronta della luce su una superfice ed è tanto maggiore quanto più vicina è la sorgente luminosa al piano di misura.

L’illuminamento è il primo parametro usato dai progettisti per calcolare il numero, la potenza e l’altezza di installazione delle armature illuminanti necessarie a illuminare un’area.

È un dato che può essere calcolato tramite computer attraverso i files ELUMDAT o IES utilizzando software che sono concessi in uso gratuito ai progettisti.

Questi programmi sono in grado di affrontare calcoli complessi che tengono conto della riflettività delle superfici e della sovrapposizione dei flussi derivanti dall’uso di molte apparecchiature illuminanti installate con diverse direzionalità.

Requisito d’ingresso è il valore minimo di illuminamento, che può essere richiesto da normative, specifiche d’ingegneria o altro. 

Una norma molto usata in Italia e che ci restituisce dei valori specifici di illuminamento è la UNI EN 12464-2 “Illuminazione dei luoghi di lavoro in esterno”.

Per impianti petrolchimici vi si leggono valori dai 20 lux per zone dove vi sia utilizzo di valvole regolate manualmente, avviamento e arresto motori e accensione di bruciatori ai 200 lux di quelle dove vengono riparate macchine e dispositivi elettrici.


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Fig. 1 Esempio di studio fotometrico per l’illuminazione stradale e perimetrale con armature illuminanti stradali modello STREETEX-MN-100200 installate a palo e a parete.

Data pubblicazione: 26/03/2025

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