EPL, il sottogruppo e la classe di temperatura dell’apparecchio

È necessario che all’installatore siano chiare e definite le informazioni relative al livello di protezione garantito nei confronti del rischio di esplosione indipendentemente dalla funzione del dispositivo. Tali informazioni si trovano nella marcatura dell’apparecchio e sono completate con le istruzioni per l’uso.


di Andrea Battauz, R&D Project Engineer di Cortem Group

Premessa

Tra i diversi ambiti di applicazione della direttiva ATEX, il più diffuso è quello riguardante gli impianti di superficie con il rischio di presenza di atmosfera esplosiva dovuta ad una miscela di aria e di sostanze infiammabili sotto forma di gas o vapore. [1] 

In questo settore, installatori e progettisti si pongono spesso domande relative alla scelta dei giusti apparecchi elettrici da installare in impianto. Nel primo approfondimento “Le zone dell’impianto, i gruppi e le classi di temperatura dei gas” abbiamo visto che questa scelta inizia con la caratterizzazione del sito tramite la suddivisione in zone e la valutazione dei gas presenti in termine di gruppo di gas e classe di temperatura del gas.È giunto il momento, quindi, di rivolgere il nostro interesse alla caratterizzazione degli apparecchi. Come per il sito d’installazione si tratta di dedurre dei metodi generali per poi classificare situazioni molto diverse tra di loro. Con il termine apparecchi, infatti, possono essere intesi: quadri di controllo, motori elettrici, pressacavi, sensori o ancora altri dispositivi, diversi nella forma e nella funzione.

È necessario che all’installatore siano chiare e definite le informazioni relative al livello di protezione garantito nei confronti del rischio di esplosione indipendentemente dalla funzione del dispositivo. Tali informazioni si trovano nella marcatura dell’apparecchio e sono completate con le istruzioni per l’uso. Riguardo al rischio esplosione la marcatura comprende i requisiti della marcatura CE “…seguiti dal marchio specifico di protezione dalle esplosioni, dai simboli del gruppo e della categoria degli apparecchi.” [2].

La marcatura

Spesso la marcatura trova collocazione all’interno della targhetta identificativa del prodotto, altre volte, invece, viene stampigliata o addirittura incisa sul materiale stesso. In ogni caso essa deve essere visibile e di facile fruizione da parte dell’installatore.

Figura 1: Un esempio di targhetta della lampada di segnalazione Atex serie XLFE-LIB e relativo dettaglio


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La targhetta riporta molte informazioni, dall’indirizzo del costruttore ai parametri elettrici di funzionamento nominale, restringendo il campo sulle informazioni pertinenti all’Atex.


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Figura 2: Dettaglio delle informazioni inerenti all’Atex in targhetta

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EPL (Equipment protection level)


Mettiamo a fuoco quelle parti della marcatura che ci danno un’indicazione sulla zona di possibile installazione dell’apparecchio. 

La direttiva Atex si riferisce a gruppo e categoria dell’apparecchio (nella figura 3 II 2GD, ovvero II 2G considerando solo i GAS). Inoltre, la normativa armonizzata, prima a livello internazionale e poi a livello europeo, ha introdotto il concetto degli EPL ovvero il “livello di protezione” dell’apparecchio già più di un decennio fa. Nei documenti che hanno introdotto questo concetto si leggeva che si è rivelato utile identificare e contrassegnare tutti i prodotti in base al loro rischio di innesco intrinseco. [4] Abbiamo dunque una ridondanza nella marcatura Atex, di cui se ne intuisce il senso se si considera l’ambito della normativa internazionale IECEx dove la prima riga della marcatura (quella del marchio CE) è assente. 

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L’ EPL, una volta individuato nella marcatura, come vediamo dalla figura 3, facilita la lettura da parte dell’installatore. Nel proseguo della trattazione si procederà riferendosi all’EPL dell’apparecchio invece di usare i concetti di Gruppo e Categoria. Questo per seguire un approccio più moderno e che possa non dare adito a fraintendimenti.

La Tabella 1 mette in evidenza la corrispondenza tra Gruppo e categoria dell’apparecchio ed EPL [3]. 

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Sottogruppo e classe di temperatura dell’apparecchio


Ora poniamo in evidenza quelle parti della marcatura che ci danno un’indicazione sul sottogruppo e sulla classe di temperatura dell’apparecchio (Figura 4). 

Ci concentriamo sulla prima riga sotto alla marcatura CE che descrive il tipo di protezione da pericoli di atmosfere formate da gas o vapore. Avendo limitato quest’articolo al caso di luoghi diversi dalle miniere con possibile presenza di grisou e ad atmosfere potenzialmente esplosive dovute a gas o vapori, gli apparecchi apparterranno al gruppo II che si divide nei tre sottogruppi dell’apparecchio: IIA, IIB, IIC.

Il sottogruppo dell’apparecchio è indicato nel riquadro in azzurro, in certi casi l’apparecchio può riportare il gruppo II senza ulteriori specificazioni, nel caso preso in esame è equivalente al IIC.La classe di temperatura dell’apparecchio è contenuta nel riquadro in rosso.Il sottogruppo dell’apparecchio e la sua classe di temperatura sono legati al modo di protezione usato per raggiungere un determinato EPL che spesso si riflette in dettagli costruttivi ben visibili.


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Figura 5: Esempi di apparecchi aventi sottogruppo IIB e IIC realizzati con il modo di protezione ‘Ex db’

Conclusioni

Abbiamo visto, in conclusione, come sia possibile dalla lettura della marcatura estrarre i dettagli dell’EPL, del gruppo/sottogruppo dell’apparecchio e della classe di temperatura dell’apparecchio. _______________________________________________________________________________________

Norme di riferimento e bibliografia

[1] DIRETTIVA 2014 34 UE - ALLEGATO 1

La direttiva ATEX 2014 34 UE opera una prima distinzione tra apparecchiature per impianti in miniera e apparecchiature per impianti di superficie. In quest’ultimo ambito divide poi le atmosfere esplosive dovute a gas, vapori o nebbie infiammabili da quelle dovute alle polveri. Nell’articolo non parliamo di “nebbie” in quanto sono escluse dall’applicazione della CEI EN 60079-14.

[2] DIRETTIVA 2014 34 UE Articolo 16 Paragrafo 4

[3] estratto dalla Tabella 5.4-1 della CEI 31-108:2016-11

[4] committee draft 31/763/CD IEC 60079-0 Ed. 6.0