I modi di protezione combinati rappresentano un approccio fondamentale per garantire la sicurezza delle apparecchiature elettriche in zone classificate per la presenza di atmosfere potenzialmente esplosive. La loro applicazione permette di soddisfare le diverse esigenze costruttive e operative, combinando i vantaggi dei vari modi di protezione disponibili.
di Andrea Battauz, R&D Manager di Cortem Group
Sin dai primi tentativi di rendere sicuri i dispositivi utilizzati in miniera, la sicurezza delle apparecchiature elettriche in zone classificate per la presenza di atmosfere potenzialmente esplosive ha fatto uso di diversi modi di protezione a seconda dell'applicazione. Ad esempio, i motori elettrici sono stati realizzati con custodie antideflagranti, mentre i sistemi di allarme e di comunicazione hanno utilizzato basse tensioni, sviluppando poi il concetto di protezione a sicurezza intrinseca.
É chiaro che dispositivi diversi non possono essere realizzati con lo stesso modo di protezione.
Ad esempio, il modo di protezione a sicurezza aumentata ‘Ex e’ è applicabile solo ad apparecchiature o componenti non scintillanti.
Analogamente il modo di protezione ‘Ex m’, essendo il componente elettrico immerso in un getto di resina solida, non è idoneo all'uso per apparecchiature con parti mobili come un albero libero di ruotare. E così per molte altre situazioni, tanto che anche all'interno di una singola apparecchiatura può essere necessario adottare diverse filosofie di protezione degli elementi che la compongono.
Sono stati quindi sviluppati modi di protezione antideflagranti combinati [1] che prevedono l'applicazione di due o più modi di protezione a parti differenti di una stessa apparecchiatura.Un’applicazione tipica dei modi di protezionecombinati sono i quadri a sicurezza aumentata, un esempio dei quali troviamo inFigura 1.
Tutti i componenti sul quadro, come spie, pulsanti e selettori, essendo scintillanti, devono utilizzare un modo di protezione diverso da quello ‘Ex eb’. In questo caso spie e contatti interni sono protetti tramite il modo di protezione a prova di esplosione ‘Ex db’. Un dettaglio di questo lo possiamo apprezzare in Figura 2 dove la marcatura evidenzia che all’interno del selettore è ricavata una camera di esplosione che ospita i contatti
Nella normativa viene definito "modo" o "livello di protezione combinato" quello di un'apparecchiatura che contiene componenti che utilizzano modi di protezione diversi. Un tale dispositivo deve riportare nella marcatura, ovvero nella targhetta, i simboli dei modi di protezione in ordine alfabetico separati da piccoli spazi. [1]
In Figura 3 vediamo un caso applicativo: le custodie Ex a sicurezza aumentata vengono usate per installare in campo dei dispositivi che sono idonei alla Zona di installazione (ad esempio un dispositivo ‘Ex ec’ in Zona 2 o un ‘Ex mb’ in Zona 1) fornendo un grado di protezione IP all’assieme così realizzato.
I modi di protezione all’interno possono essere diversi ed in targhetta, seguendo le prescrizioni della EN/IEC 60079/0 [1], vengono elencati in ordine alfabetico.
In sintesi, i modi di protezione combinati rappresentano un approccio fondamentale per garantire la sicurezza delle apparecchiature elettriche in zone classificate per la presenza di atmosfere potenzialmente esplosive. La loro applicazione permette di soddisfare le diverse esigenze costruttive e operative, combinando i vantaggi dei vari modi di protezione disponibili. La corretta marcatura e certificazione di questi dispositivi è essenziale per assicurare che ogni componente funzioni in maniera sicura ed efficace, prevenendo rischi di esplosione e garantendo la continuità operativa nelle zone pericolose. La continua evoluzione delle normative e delle tecnologie di protezione ci consente di affrontare sfide sempre più complesse, mantenendo elevati standard di sicurezza.
Norme di riferimento e bibliografia
[1]EN-60079:2013 par. 29.6